Una nuova indagine, condotta in 36 centri esteri dall’Osservatorio sul turismo procreativo rivela che sono oltre 2.700 le coppie italiane che vanno all’estero per poter ricorrere alla fecondazione eterologa. I dati, presentati a Bologna in un incontro promosso dall’Osservatorio, indicano che se in totale sono 4.000 le coppie che si spostano all’estero per accedere a tecniche di procreazione assistita, due su tre tentano la fecondazione eterologa. «In generale chi vive nel Sud si rivolge a Cipro, Grecia e Malta, mentre dal Nord-Est si va in Austria. Le coppie che vivono nel Nord-Ovest e nel Centro preferiscono la Spagna» ha sottolineato Andrea Borini, presidente dell’Osservatorio e della Società Italiana di Conservazione della Fertilità (Pro-Fert). I costi dipendono dalle attrezzature e dall’assistenza offerte dai centri, ma anche dalla speculazione, e variano dai 2.500-3.000 euro dell’Ucraina ai 7.000- 8.000 della Spagna. Quest’ultima è a meta principale di chi cerca un donatore e le coppie italiane in trattamento sono 1.400, tanto che i centri si sono ormai organizzati per accoglierle: «lì tutti parlano italiano, dalle centraliniste ai medici, agli infermieri». Una delle pratiche più richieste è la donazione di ovociti, che in Spagna viene retribuita e che porta il costo dell’intervento a 8.000 euro. La seconda meta più scelta è la Svizzera, dove le coppie italiane in trattamento sono circa 700 e dove è consentita solo la donazione di seme a coppie sposate. La Repubblica Ceca, dove è permesso donare seme, ovuli ed embrioni, sta diventando una meta ambita, con 250 coppie l’anno. Sono invece 150 le coppie che scelgono la Danimarca, che ammette la donazione di ovuli e seme ma non di embrioni. Seguono Austria (donazione di seme) e Belgio (donazione di seme, ovuli ed embrioni), con 70 coppie ciascuno. Infine, c’è la Grecia, che permette la donazione di seme, ovociti ed embrioni (circa 30 coppie). Poche, soprattutto per motivi economici, le coppie che vanno in Gran Bretagna (permessa la donazione di seme e ovuli) e negli Stati Uniti (qui ogni Stato ha le sue regole, ma la donazione è molto diffusa).

Nota personale: l’aspetto fantastico della storia è che tutti o quasi i centri di procreazione medica assistita (PMA) sono privati e che quelli pubblici, i pochi, hanno casistiche che sfiorano il ridicolo! Vi riferirò del percorso avviato per un centro pubblico.