La disfunzione erettile risulta direttamente associata all’incremento dell’incidenza di malattie cardiovascolari, benché non sia in grado di migliorare le previsioni riguardanti il loro sviluppo. A renderlo noto è uno studio apparso su Journal of the American College of Cardiology e condotto presso il New England Research Institutes, Watertown in Massachusetts alla luce del fatto che le due condizioni patologiche condividono gli stessi meccanismi fisiopatologici e sono spesso compresenti.

L’indagine prospettica ha preso in considerazione oltre 1.000 uomini d’età compresa tra 40 e 70 anni, con disfunzione erettile ma senza problemi cardiovascolari o diabete al momento del reclutamento, che sono stati sottoposti a valutazioni della funzionalità cardiovascolare per quasi 12 anni. In breve, la presenza di disfunzioni erettili è apparsa correlata all’incidenza di problemi cardiovascolari, dopo le opportune correzioni per età; età e fattori di rischio tradizionali più altri parametri. “Nonostante la significatività dei nostri risultati, va sottolineato che la disfunzione erettile non è in grado di migliorare le previsioni riguardanti lo sviluppo di malattie cardiovascolari, in aggiunta all’utilizzo di fattori di rischio convenzionali” ha commentato Andre B. Araujo, principale autore dello studio. (L.A.)
J Am Coll Cardiol, 2010;

Nota personale: l’acronimo DE=ED (Disfunzione Endoteliale=Erectile Disfunction) è da alcuni anni in voga tra gli andrologi che si occupano della materia, a significare che un danno della parete dei vasi (endotelio) rappresenta la causa comune di patologie nei distretti “a rischio” per il calibro delle arterie (coronarie, arterie della retina, arteriole dei corpi cavernosi del pene). A questo proposito noi andrologi attenzioniamo il problema della disfunzione erettile in quanto “segno sentinella” se non addirittura “markers” (marcatore) di patologie cardiache più importanti e valutiamo i fattori di rischio comuni.

(dr. Emilio Italiano)