I ricercatori hanno impiegato la tecnica FISH (ibridazione fluorescente in situ), per analizzare campioni di tumore prostatico di 308 pazienti ed individuare le tre anomalie (perdita del gene PTEN e riordinamento dei geni ERG e ETV1). I pazienti, che non presentavano nessuna delle tre alterazioni genetiche identificate dai ricercatori, hanno mostrato una buona aspettativa di vita, con l’85,5% dei pazienti in vita dopo 11 anni dalla diagnosi della malattia, mentre quelli con le tre alterazioni presenti hanno mostrato una prognosi infausta, con una percentuale di sopravvissuti del 13.7% dall’insorgenza del tumore.
A Boston invece un team di ricercatori eth Israel Deaconess Medical Center, ha individuato un tipo di senescenza cellulare che può essere guidato per interrompere lo sviluppo del tumore della prostata. Gli studiosi hanno dimostrato sui topi che, con un trattamento farmacologico sul gene PTEN, è possibile modificare l’orientamento della cellula tumorale.
