Sincerità e testosterone
Secondo uno studio dell’Università di Bonn dietro la tendenza a mentire o a dire la verità si nascondono livelli minori o maggiori di testosterone. L’ormone sessuale maschile per eccellenza generalmente accostato all’aggressività e alle prese di posizione svela un inedito aspetto: e’ un promotore dei comportamenti sociali positivi. Più testosterone meno menzogne, sostiene la ricerca tedesca descritta in un articolo pubblicato sulla rivista Plos One. Lo studio coordinato da Bernd Weber ha coinvolto in diversi test comportamentali 91 uomini adulti e sani, 46 dei quali sottoposti ad un trattamento gel al testosterone applicato sull’epidermide. Gli uomini che hanno ricevuto quantità maggiori dell’ormone hanno dimostrato una ridotta propensione a dire le bugie e ai comportamenti antisociali e una maggiore onesta’ nei rapporti. L’indagine finisce per confermare uno stereotipo di genere secondo il quale le donne, che posseggono livelli inferiori di testosterone rispetto agli uomini, tendono a mentire piu’ facilmente.
Cosa è il testosterone?
Il Testosterone è un ormone appartenente alla categoria degli androgeni (ormoni sessuali tipicamente maschili, ma importanti anche nelle donne). Il testosterone viene prodotto soprattutto nelle cellule di Leydig dei testicoli, sotto l’influenza dell’ ormone luteinizzante (LH) prodotto dall’ipofisi. Il testosterone è secreto con ritmo circadiano: nelle primissime ore di mattina si raggiunge il picco ematico, che poi cala durante il resto della giornata. La produzione del testosterone avviene a partire dal colesterolo:
Colesterolo → Pregnenolone →Didroepiandrosterone → Androstendione → Testosterone
Di tutto il testosterone prodotto dal corpo umano soltanto una piccola quota circola nel sangue in una forma libera. All’interno del torrente circolatorio, così come succede per molti altri ormoni, il testosterone si trova legato in gran parte (c.a. 98% negli uomini, 99% nelle donne) a specifiche proteine plasmatiche (Sex Hormon Binding Protein 45% e Albumina 53%) che lo inattivano temporaneamente. In base alle richieste metaboliche una piccola quota di questi legami può rompersi, lasciando il testosterone libero di migrare nelle cellule e regolare la trascrizione genica. Nel caso vi sia un eccesso di testosterone libero il corpo ha la capacità di neutralizzarlo trasformandolo in estradiolo (ormone tipicamente femminile) tramite una reazione di aromatizzazione che avviene soprattutto a livello del tessuto adiposo e del sistema nervoso centrale. L’estradiolo funziona a sua volta da inibitore della produzione di testosterone riducendo la secrezione ipotalamica di GnRH (ormone di rilascio delle gonadotropine LH ed FSH). Tale ormone riduce la quota di LH prodotto e di conseguenza la sintesi di testosterone nei testicoli. Un abuso di testosterone, dei suoi precursori o derivati, potrebbe in un certo senso avere effetti contrari a quelli sperati. L’eccesso di testosterone verrebbe infatti trasformato in estradiolo, un ormone tipicamente femminile che aumenta il deposito di grasso in specifiche regioni corporee.
Azioni cliniche del testosterone nelle diverse fasi della vita
NELLA VITA PRENATALE: sviluppo dei genitali esterni
IN ETÀ PREPUBERALE: influenza sul comportamento
IN ETÀ PUBERALE:
- sviluppo e maturazione dei genitali esterni
- acquisizione dei caratteri sessuali secondari (comparsa di barba, baffi, peli, recessione temporale, abbassamento del tono della voce)
- crescita lineare scatto di crescita puberale (interazione con GH e IGF-1)
- psiche: attitudini più aggressive e sviluppo della libido >aumento della massa muscolare
IN ETÀ ADULTA:
- il testosterone favorisce la crescita dei peli, il mantenimento delle caratteristiche sessuali secondarie e l’eventuale comparsa di calvizie
- psiche: mantenimento delle attitudini comportamentali e della libido
- stimolo della spermatogenesi
- ematopoiesi: aumentata produzione di eritropoietina (ecco l’utilizzo per il doping)
- deposito calcio nelle ossa (la sua carenza determina osteoporosi)
- miglioramento del tono dell’umore (un suo calo può determinare depressione)