L’induratio penis plastica è una patologia che, come dice il suo nome, presenta un’area più o meno estesa di indurimento del pene.

E’ un ispessimento della tunica albuginea la membrana che riveste i corpi cavernosi del pene, vale a dire i 2 cilindri  responsabili dell’erezione. La tunica albuginea normalmente elastica e che consente un allungamento di circa il 30% della lunghezza del pene in erezione, nell’induratio penis plastica diventa ispessita, anelastico e talvolta dura e calcifica. L’indurimento in fase iniziale è limitato un’area piccola (nodulo), in fasi via via più avanzate i noduli si possono moltiplicare fino ad estendersi a gran parte del pene.

La Frequenza

La prevalenza vale a dire la presenza nella popolazione  varia nelle varie casistiche tra lo 0,4 ed il 3,2% della popolazione.

Quali sono le cause

le cause non sono ancora ben note si ritiene che possano avere un ruolo i traumi e la predisposizione genetica. Per traumi vanno intesi non solo i traumi maggiori ma anche microtraumi che passano totalmente inosservati e che in soggetti predisposti possono produrre il problema. Categorie a rischio sono i fumatori e, soprattutto, i diabetici.

Osservando la placca al microscopio

Si osserva che nelle fasi iniziali della malattia è presente prevalgono i processi infiammatori, con il passare del tempo prevale la proliferazione di fibroblasti cellule che formano la placca di tessuto fibroso che successivamente può andare incontro a calcificazione ed ossificazione.
Ricordare: L’induratio penis plastica è una lesione benigna di natura non tumorale e non può mai diventare un tumore

Come si Manifesta:

l’induratio è spesso asintomatica e quindi non crea alcun disturbo soprattutto nelle fasi iniziali, è però sempre possibile apprezzare alla palpazione l’elemento caratteristico della patologia, il nodulo o placca del pene. La localizzazione più frequente del nodulo è la superficie dorsale (superiore). In erezione l’induratio penis plastica si può accompagnare a dolore in corrispondenza del nodulo, o ad incurvamento sempre in corrispondenza del nodulo.Nelle fasi più avanzate in cui l’indurimento si estende ad aree sempre più ampie dell’albuginea la patologia può dare deformità del pene, una riduzione delle dimensioni del pene per ridotta elasticità ed anche disfunzione erettile

Come si riconosce

L’elemento caratteristico è la placca o nodulo. Alla palpazione si apprezza un nodulo di consistenza aumentata, talvolta dolente. Quindi la visita è lo strumento fondamentale per riconoscere questa patologia. Oltre a riconoscere la placca la visita permette di valutare l’indice di elasticità del pene, vale a dire il rapporto tra la sua lunghezza in erezione e quella in flaccidità che ci dà informazioni circa la estensione dell’induratio stessa.

L’ecografia del pene è importante per riconoscere questa patologia? Il ruolo dell’ecografia è spesso sovrastimato, vengono fatte molte ecografie del pene che non sono necessarie. L’ecografia in realtà vede male i noduli di IPP in quanto questi hanno una ecogenicità vale a dire una capacità di riflettere gli ultrasuoni che è simile a quello del tessuto normale e quindi le placche non sono ben visibili.L’ecografia ha comunque una sua importanza ma solo per indicazioni molto precise, vale a dire ci dice se ci sono calcificazioni all’interno di una placca e soprattutto associata ad un test farmaco-erettivo, vale a dire una erezione indotta farmacologicamente mediante iniezione nel pene di sostanze quali alprostadil, ci consente di studiare il sistema penieno vascolare arterioso e venoso, vale a dire i flussi di sangue in entrata nel pene attraverso le arterie cavernose ed i flussi di sangue in uscita, il cosiddetto meccanismo veno-occlusivo. Questa indagine è di particolare importanza quando si programma un trattamento chirurgico perché consente di capire se ci sono fattori di rischio per un calo dell’erezione.

Terapia chirurgica

Quando è indicata:  la chirurgia è riservata ai casi in cui sia presente un incurvamento penieno che renda difficoltosi i rapporti.Scopi: la chirurgia ha il solo scopo di correggere un incurvamento e laddove possibile, con le tecniche più recenti di correggere una deformità; non ha quello di rimuovere la placca come comunemente si crede. Rimuovere la placca infatti, soprattutto se questa è estesa può comportare un danno della funzione erettile.

Esistono due gruppi di tecniche: le techiche operatorie si dividono in 2 gruppi:
a) le tecniche di Corporoplastica con le quali si pratica un accorciamento dalla parte opposta a quella di incurvamento;
b) le tecniche di Chirurgia di Placca: con queste tecniche la placca retratta viene incisa e nel difetto che si viene a creare si innesta un patch che va a riempire il difetto stesso. Il patch o graft può essere, autologo, del paziente stesso, ad esempio vena safena prelevata dalla coscia oppure materiale eterologo, estraneo al paziente, quali matrice di collagene bovino, che vengono prelevate da animali ed opportunamente trattati in modo da garantire la massima sicurezza verso rigetti, infezione o altre complicanze.
Con le tecniche di chirurgia di placca si ottiene un allungamento del pene.