Nel corso dell’86° Congresso Siu a Riccione è stato evidenziato come un grande numero di uomini tra i 50 e i 60 anni hanno avuto un tumore della prostata o della vescica o del retto o ancora soffrono di malattie cardiovascolari, diabete o disfunzioni che occludono i vasi penieni. In questi casi, 3 su 10 optano per le ‘pillole’ ignorando l’esistenza di un’alternativa efficace e garantita a vita: l’impianto protesico. In realtà soltanto 1 su 6 decide di impiantare una protesi peniena.
Infatti secondo i calcoli degli esperti, ogni anno, in Italia, sono almeno 3 mila gli uomini che ne avrebbero bisogno, ma soltanto 500 – appena uno su 6 – arriva all’intervento. Per gli altri l’amore resta “negato”. Sotto accusa la scarsa informazione, la paura di uscire allo scoperto, ma anche le difficoltà di accedere a un intervento non ancora abbastanza valorizzato nel nostro Paese, oltre che non sempre garantito dagli Ospedali sempre alla ricerca di risparmiare su interventi ritenuti non di importanza vitale. Come è ovvio invece la qualità della vita in generale, specie dopo avere superato una problematica tumorale, passa anche da una buona qualità di vita sessuale della coppia. Secondo recenti dati, dopo il cancro può scoppiare la crisi di coppia se, ad esempio a seguito dell’asportazione della prostata (prostatectomia radicale), il paziente non riesca a riprendere una completa attività sessuale.
Protesi AMS 700 per l’impiantologia peniena: Come funziona
Quando i farmaci stimolatori dell’ erezione risultino inefficaci, la scelta terapeutica deve puntare sull’impianto delle protesi peniene di nuova generazione (per esempio un modello molto apprezzato nel mondo della implantologia è l’AMS 700), che consentono il ritorno a una normale sessualità. Malgrado l’intervento chirurgico per eliminare il tumore alla prostata sia effettuato con le migliori tecniche laparoscopiche e robotiche, l’obiettivo del risparmio dei nervi dell’erezione ha successo in non più del 50% dei casi; nell’altra metà il risultato è purtroppo l’impotenza.
Protesi Tricomponenti: Come agisce?
Le protesi peniene tricomponenti di ultima generazione consentono un’erezione del tutto analoga a quella fisiologica, grazie ad un meccanismo di funzionamento molto semplice basato sull’inserimento, all’interno dei corpi cavernosi del pene, di due cilindri cavi collegati ad una minuscola pompa di attivazione e ad un serbatoio contenente del liquido. L’uomo può così ottenere un’erezione perfetta ogni qualvolta lo desideri, conservando intatte la sensibilità e capacità di orgasmo che aveva prima dell’intervento.
L’attivazione si realizza senza difficoltà, agendo sulla piccola pompa posta sotto la cute dello scroto, tra i testicoli. In questo modo, il liquido contenuto nel serbatoio defluisce verso i cilindri fino a riempirli, provocando così l’erezione. Premendo di nuovo la pompa, il liquido passa dai cilindri al serbatoio, facendo ritornare il pene in condizione di riposo. Le nuove protesi tricomponenti consentono una perfetta erezione con ingrossamento e allungamento del pene, risolvendo così anche il problema della riduzione delle dimensioni del pene (ulteriore effetto collaterale della prostatectomia) che inevitabilmente si accorcia a seguito dell’inattività sessuale conseguente all’intervento (si calcola fino a più di 2 cm ).
Disinformazione sulle Protesi Peniena Tricomponente
Sebbene la protesi risolva definitivamente l’impotenza post-prostatectomia, molti uomini non ne conoscono l’esistenza perché spesso non vengono informati. Stessa mancanza di informazione anche per i 400.000 italiani affetti da grave impotenza non legata a interventi alla prostata ma che non risponde ai farmaci. Gli interventi di chirurgia protesica lo scorso anno sono stati 1.200. Appena lo 0.4% degli italiani con gravi problemi erettili ha ricevuto un trattamento risolutivo nonostante molti studi scientifici dimostrino l’efficacia delle protesi con un elevato grado di soddisfazione per il paziente e per la partner.
dopo aver subito lasportazione della vescica uretra e prostata a causa di un polipo nella vescica operazione perfettamente riuscita…e possibile dopo quanto tempo poter essere in grado di sottoporsi ad un intervento di protesi penenia….o alternative per ritornare ad un attivita sessuale soddisfacente
Usualmente si cerca di verificare se ci può essere una risposta soddisfacente all’utilizzo di prostaglandine in terapia autoiniettiva. Se non vi è risposta già dopo sei mesi dall’intervento si può prendere in considerazione il posizionamento di una protesi peniena
Mi e’ stata inserita una protesi peniena con pompa serbatoio e i due tubi nel 2011 . Per 4 anni e’ andata benissimo, dopo ha smesso di funzionare per un problema alla valvola perché non teneva più il liquido. Mi è, stato detto che bisogna sostituire tutto l’impianto. Chiedo a lei dottore non e’ possibile aggiustare solo questa valvola? La ringrazio per la sua gentilezza……
Salve, le protesi della AMS sono garantite da malfunzionamenti per 10 anni. Significa che se è corretta l’ipotesi del guasto alla valvola o una perforazione del serbatoio spontanea che svuota il circuito, la sostituzione è in garanzia. Stessa politica di sostituzione per guasto meccanico ha anche la Coloplast. E’ ovvio che deve sostenere le spese dell’operatore e della sala operatoria se sceglie di farla privatamente. Se è stata impiantata in un ospedale può invece accedere alla struttura senza costi.Di norma non si sostituisce tutto l’impianto, ma si cerca di individuare e sostituire solo la parte difettosa. Cordiali saluti.
Ho impiantato una protesi AMS, ma da subito e’ stata difficile da azionare, troppo dura, da qualche mese, inoltre la pompetta di riempimento dei cilindri non ritorna.Da cosa puo’ dipendere? Grazie per la risposta.
Le prime attivazioni talvolta sembrano con la pompetta più “rigida”, ma di solito con l’utilizzo tende sempre di più a mollarsi. Il suo impiantatore la seguirà di certo nel percorso di impratichirsi nell’uso. Cordiali saluti
Con la malattia di Peyronie può essere inserita una protesi peniena? Grazie.
Salve, è una delle indicazioni principali se esiste una disfunzione e contemporaneamente una M di La Peyronie
Buongiorno dottore.Circa 15 anni fa mi è stata impiantata una protesi tricomponente AMS che funziona molto bene..sono diabetico.Recentemente facendo una tav con contrasto si evidenzia una massa di 6 centimetri per 5 sul polo inferiore del rene sinistro…che però mi hanno detto che non si capisce se è sul rene o ‘davanti.Vogliono operarmi.. massa tondeggiante..potrebbe essere il serbatoio della protesi secondo lei è generare così un intervento inutile o no?
Buongiorno escluderei che possa essere il serbatoio per la distanza non compatibile. Il serbatoio viene posizionato vicino la vescica. Credo proprio che debba eseguire l’intervento che le è stato proposto. Cordiali saluti
buongiorno dottore,ho 56 anni ,soffro di disfunzione erettile da diversi anni, ho provato con diversi farmaci o avuto scarsi risultati e mal sopporto gli effetti collaterali, quindi sarei orientato per un impianto di protesi tricomponente,volevo un chiarimento : il pene in erezione e’ circa 18 cm, dopo l’intervento avra’ una lunghezza simile oppure sara’ molto piu’ corto ?
cordiali saluti
Buon pomeriggio. Le dimensioni del pene non cambiano dopo gli impianti protesici.
buon giorno,un chiarimento sull’uso della pompa per far confluire il liquido ai 2 cilindri.E’ sufficiente un semplice impulso o è necessario premere più volte? grazie
Salve, no è necessario pigiare la pompetta fino a completo riempimento e rigidità. Saluti
Buonasera
4 mesi fa, ho subito un intervento di protesi peniena idraulica ricomponente, a seguito dell’esportazione radicale della prostata. Dopo il periodo di riposo di circa 2 mesi, ho iniziato i rapporti sessuali, ma con scarsi risultati. Mi spiego: nella posizione classica il pene piegato verso il basso ha difficoltà nella penetrazione, come pure nella posizione di fianco, dove il pene si rimpicciolisce e di conseguenza non c’è nessuna penetrazione. Inoltre, rimanendo nella posizione seduto, il pene si rimpicciolisce.
Sono pertanto molto deluso e amareggiato. Ci sono soluzioni ?
Grazie
Buon pomeriggio,
Le consiglio di parlarne ulteriormente con il Medico che ha effettuato l’intervento che certamente saprà valutare se la situazione che descrive può essere corretta, migliorata o cosa altro fare.
L’intervento può essere fatto con la sanità pubblica o in convenzione?
Buon pomeriggio. Sono diversi i centri pubblici che fanno implantologia peniena. L’unico problema per le Aziende Ospedaliere è che i costi dell’intervento superano ampiamente il rimborso del DRG che viene dato secondo l’attuale nomenclatore. In sintesi gli ospedali ne comprano poche rispetto alle richieste che non possono essere accontentate tutte. In Italia si vanno diffondendo le assicurazioni sanitarie private che di norma consentono questo intervento in convenzione.
Cordiali saluti
Ho fatto la protesi un anno e mezzo fa….funzionato un mese poi non sentivo lo schizzo del liquido dalla pompa ai cilindri.ho fatto la revisione….fibrosi intorno la pompa.pulita…dopo un settimana ho avuto infezione E.C
WUATTRO mesi di antibiotici e secrezione con pus.
Si è deciso di spiantare la pompa per salvare la protesi.nirnte da fare ce l’infezione.
Ora decidono di spiantare tutto… l’idea non mi va…cosa si può fare.
Grazie mille
Buon pomeriggio. Da quanto mi descrive non vedo altra soluzione ad un espianto della protesi. Ne verrà impiantata una nuova ad almeno 6 mesi da questo evento. Cordiali saluti
Buongiorno dottore sono in attesa dell’intervento per impiantare una protesi pinea.Volevo gentilmente sapere quali sono i rischi per un simile intetvento? GRAZIE
Salve. Ne parli dettagliatamente con il chirurgo che ha scelto per l’intervento. Se non l’ha ancora fatto le sarà sottoposto un consenso informato che è anche un momento di porre ogni domanda o dubbio riguardo all’intervento. Cordiali saluti