Scoperto il meccanismo che ‘accende’ gli spermatozoi, e li spinge a muoversi freneticamente solo quando arrivano nelle vicinanze dell’ovulo femminile. Secondo i ricercatori dell’University of California a San Francisco (Usa), questo ‘interruttore’ un giorno potrebbe essere utilizzato per mettere a punto un nuovo contraccettivo per lui.
A fare la differenza sono microscopici pori sulla superficie dello sperma, che consentono a quest’ultimo di modificare il proprio pH interno. In questo modo iniziano i movimenti della ‘codina’ degli spermatozoi. Secondo i ricercatori americani, il meccanismo di attivazione potrebbe spiegare perché la marijuana intacca la fertilità maschile. Lo sperma, infatti, non inizia a nuotare dal momento dell’eiaculazione: per non ‘bruciare’ risorse già limitate e riuscire a moltiplicare la chance di raggiungere l’ovulo, gli spermatozoi devono rinviare il loro movimento frenetico fino a quando non si trovano nelle immediate vicinanza della meta. Per aumentare il pH e iniziare a muoversi, inoltre, gli spermatozoi devono liberarsi di alcuni protoni, e i micropori servono proprio a questo scopo. “La concentrazione di protoni nelle cellule dello sperma sono mille volte più alte che all’esterno. Basta aprire un poro per farli uscire, e noi – spiega alla Bbc online Yuriy Kirichok, responsabile dello studio – abbiamo scoperto proprio la molecola che permette ai protoni di fuoriuscire”. A dare il segnale è una sostanza chiamata anandamide, presente nel canale riproduttivo femminile e a concentrazioni più elevate proprio vicino all’ovulo. Si tratta di un endocannabinoide, una sostanza naturale che può influire sui neuroni. Ebbene, secondo i ricercatori è possibile che i cannabinoidi presenti nello ‘spinello’ imitino alcuni degli effetti dell’anandamide. Ecco perché il consumo di cannabis è stato associato a una ridotta fertilità per lui. “Probabilmente la marijuana attiva lo sperma troppo presto, lasciandolo nuotare per ore”, dice lo studioso. Così, quando arriva alla meta ha bruciato già le sue ‘energie’. E le chance di fertilizzare l’ovulo si riducono. Il meccanismo appena scoperto potrebbe aprire la strada a un farmaco che blocchi l’attivazione dei movimenti degli spermatozoi, inibendo la fecondazione. In pratica, in futuro la ricerca potrebbe essere alla base di una sorta di ‘pillolo’.